Ritornare all’Alpe Devero è sempre un grande piacere per me. Ogni volta è diverso. Basta poco per rendere questo luogo ogni volta più interessante: un cambio di stagione, una spolverata di neve, i colori dell’autunno, il bramito dei cervi o semplicemente la vista di questo luogo unico, con i suoi colori accesi da una luce speciale. Qui si insediò una delle prime comunità del popolo Walser, che abitò queste zone impervie, donandole vita. Qua tutto si rifà ai Walser. Le abitazioni in larice sono ancora integre ai giorni nostri, grazie alla cura e ai restauri costanti dei pochi abitanti. I piccoli borghi di Devero, Pedemonte e Crampiolo ci fanno respirare quel profumo di antico, di agreste, un salto nel passato. La valle di Devero è ormai meta di un turismo a volte un poco invadente e i borghi vengono un po’ snaturati. Questo succede in molti luoghi di montagna ormai. Ma basta spostarsi negli alpeggi di Sangiatto, alla Corte di Cobernas o all’Alpe Valle, faticando un po’ e tutto ritorna silenzioso e vivibile. Se ci si spinge fino alla fine di questo percorso, denominato Grande Est, si può godere della vista del Lago di Codelago dall’alto, poi, salendo una ripida valle, si giunge ai laghetti della Satta e all’Alpe Forno inferiore.

Questi alpeggi sono noti per la produzione del Bettelmat, un formaggio particolare prodotto in queste terre di montagna. Solo dopo aver visto tutto questo, si può tornare a Crampiolo, che, nonostante il gran numero di turisti, rimane uno dei borghi di montagna più belli di tutto l’arco alpino. A questo punto, vi lascio fantasticare e spero di avervi incuriosito. Molte saranno le escursioni in questo luogo bellissimo e spero di avervi con me per vivere una di queste avventure.

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