Per chi da anni frequenta le montagne c’è sempre un luogo del cuore. Bene, il mio è questa montagna che funge da vedetta sulla pianura. Il monte Barone supera di poco i 2000 metri di altitudine, ma nonostante questo é capace di farsi notare. Infatti per chi arriva dalla pianura novarese il Barone è la prima montagna importante che si staglia all’orizzonte. Subito le spalle spicca in tutta la sua maestosità il massiccio del Monte Rosa. Io vivo in un piccolo borgo ai piedi del Monte Barone e per me è stato durante la mia breve vita, il compagno di tante avventure. Mi ha aiutato nei momenti difficili, mi ha regalato tanta gioia, vitalità  e momenti indimenticabili. Nonostante non sia una montagna altissima la salita fino alla vetta ci impegna pe ben 1100 m. di dislivello in positivo. Quindi un’ escursione intensa e impegnativa. Il terreno è scorrevole e a tratti diventa più duro, questo dovuto a passaggi un po’ esposti ma comunque semplici. Lungo il percorso incontriamo due rifugi. Il primo a 40 minuti circa dalla partenza é il rifugio La Ciota, un ex casa demaniale a servizio della guardia forestale. Due ragazzi volenterosi Alessandro e Marta hanno creato questo locale che è ormai un punto di riferimento per chi vuole salite la montagna o semplicemente vuole passare una domenica mangiando una buona polenta in compagnia. Il secondo è il Rifugio Monte Barone. Il rifugio è situato a monte dei ruderi dell’Alpe Ponasca, ai piedi del Barone. Di proprietà della Regione Piemonte è dato in concessione alla Sezione Valsessera del CAI. La struttura dispone di 18 posti letto e di servizio ristoro. Da questa struttura, oltre a raggiungere la vetta del Monte Barone è possibile realizzare svariate escursioni sui sentieri presenti nelle adiacenze, arrivando fino alla vicina Valsesia. Oggi è gestito da Mara e Paolo che con anni di impegno, hanno saputo valorizzare questo posto.
Sicuramente questa meta sarà presente nei miei programmi futuri perché vorre condividere l’entusiasmo che questo luogo genera in me ogni volta che ci vengo.